sabato 28 novembre 2015
venerdì 27 novembre 2015
giovedì 26 novembre 2015
martedì 24 novembre 2015
Ero un tempio, una ragazzina fiduciosa verso il prossimo, piena di buoni propositi, genuina e ingenua, poi la vita mi ha mutata, un pezzo alla volta, sgretolata, spaccata, trafitta, crocifissa, uccisa e abbandonata. Sono diventata una chiesa sconsacrata, la mia mente un altare profanato cosparso ormai solo di diffidenza, un acido così potente da sciogliere tutto il bene del paradiso, il mio cuore un rogo tanto ardente da incenerire l'inferno, la mia anima la strega inquisita, che agonizza ma non brucia, condannata a vivere un purgatorio di dolore eterno.
domenica 22 novembre 2015
venerdì 20 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
giovedì 12 novembre 2015
mercoledì 11 novembre 2015
sabato 7 novembre 2015
venerdì 6 novembre 2015
Il mio cuore è un muscolo trasgressivo, muore di noia se resta troppo costante, ama l'azione, l'adrenalina di un film horror, le palpitazioni di un'accesa discussione, la tachicardia del caffè, il cardiopalmo di un orgasmo, al mio corpo piace quando il cuore batte a mille, quando esplode nel petto come i bassi di una cassa da concerto.
giovedì 5 novembre 2015
martedì 3 novembre 2015
Stavo lì appesa a un chiodo. Senza vita. Senza anima e senza più un futuro. Gli occhi vuoti di chi ha perso la speranza, ero la bambolina del burattinaio, diventata parte del vecchio arredamento di quel tetro carrozzone. Un mimo d'altri tempi dal sorriso malinconico camminava lentamente trascinando un pesante palloncino immaginario che voleva rincorrere il vento. Il caso li fece incontrare, il destino li fece innamorare. Presi per mano, in punta di piedi, due acrobati sospesi tra paura e passione, io funambola in bilico sul suo cuore e lui prestigiatore che mi aveva fatto innamorare. Tra colombe e lustrini, evoluzioni, stelle e magie lo spettacolo cresceva, io contorsionista come edera selvatica intrecciata alla sua anima, lui giocoliere che abilmente col mio cuore si esibiva, fantasista dai mille volti tanto preso dal suo numero da non accorgersi che mi aveva persa tra i suoi continui cambi di costume. Due fachiri su letti di chiodi e tappeti di braci, siamo passati dall'amore al dolore in pochi istanti, troppo orgogliosi per mostrarci feriti, ci facevamo del male in nome di un amore sanguinante e feroce, con maestria da domatore credevi di placarmi schioccando la tua frusta, ma l'amore non si addestra e l'odio non si addomestica, selvatica e letale da te mi difendevo con la mira pungente di chi possiede ormai una freddezza tagliente, mi ero trasformata in lanciatrice di coltelli. Tutto finì in cenere. Con gli occhi di fuoco e l'anima di ghiaccio di un mangiafuoco spietato bruciavi i resti dei miei ricordi ed io ingoiavo le tue parole ardenti mentre sparivo e il sipario scendeva, lento, sul mio ultimo inchino. Adesso che sei rimasto solo giochi a fare il grande illusionista, ma so che conservi ancora nascosti in un cilindro, accanto ad un coniglio, i tuoi "ti amo" ed i miei "mi manchi".
domenica 1 novembre 2015
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